Senor de los Milagros

Domenica 22 ottobre 2023, festa del Senor de los Milagros a Torino. Ce ne aveva parlato già tanti anni fa Adelia, un’anziana signora con badante peruana. Per un motivo o per l’altro non ci siamo mai andati, ma questo è il 20°anno a Torino… ora o mai più. Così mio marito ed io siamo nella chiesa di Gesù Adolescente già alle 13. Alle 13.30 la chiesa è gremita. Ci sono i confratelli con una lunga mantella viola e al collo una corda bianca legata a mo’ di cappio. Le donne hanno un vestito lunghetto, legato col cappio bianco e una veletta in testa, bianca. In fondo alla chiesa, il marchingegno che porterà per le vie del rione il quadro di Gesù Crocifisso.

Nel frattempo inizia la Santa Messa, alla fine della quale inizia la processione, che porterà alla non lontana chiesa di San Bernardino.
Posso vedere bene che Gesù ha ai suoi piedi la bandiera bianco/rossa del Perù. Dietro, un quadro con la Madonna e la bandiera dell’Italia. E dovunque fiori, fiori, fiori. Bianchi e viola, ovviamente.

Prima di uscire dalla chiesa, si canta l’inno del Perù. E anche quello italiano. Non mi sento molto patriottica, ma canto pure io: noi italiani siamo veramente in minoranza, qui, e persino i peruani cantano il nostro inno con cortese precisione.
Si parte cantando “Senor de los Milagros a ti venimos en procesion, tus fieles devotos, a implorar tu bendicion“. La banda sembra quella delle feste di paese, compunta e con gli spartiti.

Le donne della confraternita precedono il carro e lo incensano, camminando all’indietro. Gli uomini si danno il cambio a determinate fermate (sarà un caso, ma ne ho contate 14, come quelle della Via Crucis).
L’andatura è particolarissima, ondeggiante, e quando il carro si ferma vengono aggiunti fiori e issati bambini, per lo più piccini, benedetti dalla Croce di Gesù.
Ogni tanto una preghiera, ogni tanto una giravolta di bravura di chi porta il pesante tesoro.
Tutti molto devotamente e pazientemente seguono quella che, osservo, è una ben strana processione. Per fare pochi isolati si va lentissimamente e, ad ogni fermata, si aggiungono fiori e si comprano bottigliette d’acqua (la giornata è splendida ed assolata), i bambini masticano chicles, tutti esibiscono coccarde bianco/viola…
Piano piano mi faccio prendere anche io dall’andatura un pochino ondeggiante, non cerco a tutti i costi di “arrivare”, mi godo il qui ed ora: caldo, affollato, gentile e profumato di chicles, sorridente come questa gente che condivide con me la sua fatica. Come quella mamma con un figlio un po’ speciale che la abbraccia e la bacia felice, e lei stringe orgogliosa fra le mani un cartoncino con l’immagine di quel Gesù messo in croce anche per aiutare lei e il suo bimbo… E finalmente capisco come tutto attorno sia come il percorso della vita di ognuno di noi: allegro, faticoso, a tratti, con tante tappe, senza sapere bene cosa si stia facendo, se non che si segue Lui, che la strada la sa perché l’ha percorsa prima di noi…
Siamo quasi vicini alla meta, mi dispiace ma è davvero tardi e dobbiamo lasciarli e tornare a casa.
Portiamo tutti con noi tornando alla macchina, ondeggiando ancora un po’ con le gambe e con il cuore…
Y unido todos como una fuerza te suplicamos nos des tu luz

(Annamaria Girardi)
Foto A. G. e A. S.

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