È morto un barbone

È morto un barbone vicino casa mia…ieri verso le tre sono scesa da casa e lui era lì, composto, sdraiato su un fianco, sul marciapiedi. Morto. Io avevo la finestra appena accostata, ma non ho sentito nulla. Non avrei potuto farci niente, certo, ma non ho nemmeno sentito. Del resto, non sono serviti né gli operatori dell’ambulanza e neppure il carabiniere arrivato sul luogo.
Ho spostato lo sguardo e sono andata al mio appuntamento,ma ho continuato a pensarci.
Era da poco comparso per le strade intorno a casa. La prima volta la mia cagnotta abbaiava con un altro cane in strada e lui si è messo ad urlare. Ho capito che gli dava fastidio il rumore, e ho fatto tacere la mia pelosetta.Ha smesso di urlare anche lui.
Lungo, magro,con i capelli arruffati, girava senza bagaglio, con il suo barbone grigio -bianco e gli occhi bassi. Non penso fosse dedito al bere, e non l’ho nemmeno visto fumare, no, vagava taciturno, dimentico di tutto,gli occhi chiari persi in chissà quale antico pensiero. Ogni tanto si fermava e fissava un punto lontano e una mosca noiosa tornava a ronzargli nel cuore.
Indossava giacca e cravatta, consunte dal tempo e dal dolore. Magari non era solo, magari aveva qualche parente, magari… non lo saprò mai.
Non ne conosco il nome ma, sì, Signore, ieri è morto un uomo vicino casa mia e non posso fare altro, ma posso ancora pregare Te. Eterno riposo….
A.Girardi

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